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Erano circa quattromila le persone alla Marcia per la pace organizzata a Genova dalla Comunità di Sant'Egidio: un numero mai visto nelle precedenti edizioni, con la basilica dell'Annunziata stipata di giovani, anziani, migranti e un corteo guidato da tantissimi bambini.

“La Giornata della Pace è diventata una tradizione per questa città - ha spiegato Andrea Chiappori, responsabile di Sant'Egidio in Liguria - ma noi tutti abbiamo la responsabilità di non lasciarla appassire. La presenza così numerosa testimonia la sensibilità che esiste sul tema della pace, in questi anni in cui la guerra torna a far paura anche nel Nord del mondo. Tutti possiamo fare il nostro contributo ad una cultura della pace: informandoci, appassionandoci, partecipando, contrastando l'indifferenza”.

Dopo l'esibizione del Coro delle voci bianche del Teatro Carlo Felice, Rodolfo Zunino, docente di Elettronica all'Università di Genova ed esperto di intelligenza artificiale, ha commentato il messaggio di papa Francesco per la Giornata “Intelligenza artificiale e pace”:

“L’artificial intelligence è come uno specchio che riflette quello che siamo, i nostri pregiudizi, le ingiustizie della nostra società: se abbiamo paura di questa tecnologia abbiamo paura di noi stessi. Oggi chi possiede questa conoscenza possiede una chiave del futuro: questo potere non è in Europa, noi rincorriamo altre potenze, ma possiamo trovare un ruolo nel definire regole etiche per usarla in modo giusto”.

L'arcivescovo di Genova, padre Marco Tasca, ha commentato: “stiamo cercando motivi di speranza in un anno difficile. Dobbiamo parlare di questi temi per vigilare contro le discriminazioni: affinché l'intelligenza artificiale non escluda i più fragili, ma sia usata come strumento per unire i popoli

Dopo la conclusione della cerimonia, all'uscita della basilica, circa cinquecento bambini delle “Scuole della Pace” di Sant'Egidio hanno guidato la marcia, dietro la Banda musicale di Rivarolo, accompagnati da esponenti delle comunità musulmana ed anglicana.

Lo striscione “La pace è il futuro” era retto dai bambini iracheni, siriani ed ucraini, giunti in Italia con i corridoi umanitari di Sant'Egidio.




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