“Le difficoltà ci sono, ma non sono solo e mi è tornato il sorriso. Il sorriso ritorna quando ti senti parte della famiglia umana”. Baba ha 26 anni e viene dal Togo. Ieri le sue parole si sono mescolate a quelle di uomini e donne che nella storia hanno lavorato per costruire un mondo nel segno della fratellanza. Un mondo finalmente capace di far sentire tanti parte della famiglia umana. Gandhi, M.L.King, Badshan Khan, Annalena Tonelli. La loro vita ha acceso una luce in un tempo buio. La luce della fratellanza umana che - come quella di un faro- ha potuto così orientare i passi e i cuori di molti, di popoli interi. Baba è uno dei tanti giovani che ieri, in piazza Matteotti, hanno organizzato un sit-in fatto di musica, immagini e parole, in occasione della prima Giornata Internazionale della Fratellanza Umana. Il 4 febbraio infatti ricorda il giorno in cui Papa Francesco e l’imam Al Tayyeb firmarono il documento di Abu Dhabi, impegnandosi a costruire - l’uno accanto all’altro - una società più umana e fraterna. Quelle parole non possono morire sulla carta. Proprio il buio di questo tempo sembra chiedere a ciascuno di noi che si facciano azioni, impegno, responsabilità personale e collettiva, passione per il futuro. E come ha detto Chiara, giovane studentessa universitaria impegnata da anni con i bambini della Scuola della Pace: “la fratellanza umana per me è quel sogno che dà forza e dà speranza. Quel sogno che vorrei contagiasse tutti, perché davvero sento che se saremo tanti a viverlo, riuscirà a cambiare il volto del mondo!"
- 6 feb 2021
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