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Le cifre della solidarietà di Sant'Egidio ad un anno dal primo lockdown nazionale

E’ passato un anno dal primo lockdown nazionale. Mesi durante i quali la Comunità di Sant’Egidio ha cercato di rispondere al bisogno espresso dalle persone più fragili e vulnerabili, colpite oltre che dall’emergenza sanitaria da una crisi economica senza precedenti. Un anno in cui è cresciuta in modo preoccupante la povertà, in particolare tra le famiglie monoreddito, gli anziani, le donne sole con figli e i lavoratori precari. Al tempo stesso la Comunità ha registrato, a Genova come in tutto il paese, anche una crescita significativa della solidarietà, testimoniata dall’aumento dei volontari, in gran parte giovani, che si sono rivolti alla Comunità per aggiungersi a chi già da anni offriva il suo aiuto.

Dal 9 marzo 2020 Sant’Egidio a Genova distribuisce oltre 5000 borse di alimenti al mese, cioè 5 volte in più rispetto all’anno precedente. In particolare, per far fronte all’accresciuta richiesta di beni di prima necessità, fin dalle prime settimane di lockdown sono stati aperti nuovi centri di distribuzione alimentare in 10 quartieri della città.

Più che raddoppiato anche il numero dei pasti serviti nella mensa della Comunità, rimasta sempre aperta dall’inizio della pandemia, con la consegna del cibo secondo le necessarie misure di prevenzione e distanziamento. In un anno sono stati serviti 180 mila pasti, passando da 3 a 6 aperture settimanali.

Un altro servizio che ha conosciuto un notevole incremento è quello delle cene da asporto per i senza dimora: per 5 sere la settimana, chi vive per strada viene raggiunto con le cene itineranti, per un totale di 550 pasti preparati ogni settimana.

La pandemia ha messo in luce la centralità delle reti di prossimità per combattere la povertà e l’isolamento di tante persone, in particolare quello degli anziani per i quali sono state attivate le consegne a domicilio, ma anche contatti telefonici e videochiamate, interventi preziosi per chi ha subito più di altri gli effetti negativi della pandemia.

Oggi più che mai, data la situazione di forte fragilità e incertezza, è fondamentale ridare coraggio e speranza a chi ha sofferto maggiormente a causa della crisi sanitaria, economica e sociale. Solo con la solidarietà, ripensando la società a partire dagli ultimi, il nostro paese potrà ripartire affrontando le sfide del futuro.

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